Gli scienziati che studiano le immagini
riprese dalla sonda spaziale Mars Odyssey della NASA, hanno scoperto sette caverne sulla
superficie di Marte.
La scoperta ha grande importanza, se confermata, perchè le caverne possono
essere le uniche strutture naturali capaci di proteggere le possibili forme di
vita, se presenti, dal bombardamento dei meteoriti, dalla radiazione
ultravioletta e dalle particelle ad alta energia che arrivano dal Sole.
Le caverne sono sui fianchi del vulcano Arsia Mons alto 19 km. con in diametro
alla base di 110 km. Le caverne hanno l’aspetto di “pozzi” e sono di una
profondità tale che i loro pavimenti non possono essere visti perché il sole
non ne illumina il fondo.
Le grotte sono probabilmente generate proprio dal collassamento di alcuni “lava
tubes”, tubi di lava similari per formazione a quelli presenti sui vulcani
terrestri come l’Etna.
I particolari sono stati presentati al Congresso Lunare e Planetario della
Scienza a Houston, in Texas.
Le immagini, riprese dalla sonda in orbita attorno a Marte mostrano dei fori nel
suolo che se visti dall’interno della grotta avrebbero l’aspetto di un
“lucernario”.
Questa
immagine mostra i sette “lucernari”.
Da sinistra in alto: Dena,
Chloe, Wendy.
In basso da sinistra: Annie, Abbey e Nikki, Jeanne.
Le frecce indicano il senso di illuminazione solare (I) e il nord (N).
Gli autori della scoperta:
Glen Cushing, J. Judson Wynne della ricerca geologica degli Stati Uniti, più
Phil Christensen dell'università di Stato dell'Arizona, basano le loro ipotesi
su un'analisi delle immagini infrarosse riprese dall’orbiter di Mars Odyssey
della NASA.
La zona ripresa, su Arsia Mons è già conosciuta per i fenomeni geologici come i
pozzi da crollo, in cui il materiale di superficie collassa in una depressione o
in una cavità a causa dei crolli innescati dall’attività sismica.
Le catene di tali pozzi sono state trovate su Marte già molte volte. Ma i
ricercatori dicono che queste sette forme scure sono differenti, perché non
sembrano avere pareti o pavimenti.
Le loro caratteristiche non le fanno somigliare ai crateri, perché non ci sono i
bordi rialzati come nei crateri da impatto.
Da sinistra: (A) immagine nel
visibile di Annie. (B)Immagine infrarossa nel pomeriggio marziano e per ultima
l'immagine infrarossa (C) in notturna. Strumento THEMIS a bordo dell’Odyssey,
il punto nero Annie ha dimostrato di scaldarsi nel pomeriggio marziano e di
mantenere il calore durante la notte.
I
punti neri scoperti sulla superficie marziana mantengono il calore e questo
sembra escludere l'idea che siano caratteristiche della superficie semplicemente
di un colore differente.
Mettendo insieme tutto questo, il gruppo di ricerca conclude che i sette punti
neri sono realmente “lucernari„ le zone dove la superficie è sprofondata per
rivelare una cavità. Ma questi lucernari hanno un formato enorme. I ricercatori
ammettono di non poter determinare se i lucernari siano pozzi verticali o le
entrate a caverne molto più grandi.
Le entrate delle caverne sono larghe fra 100 m. e 252 m.. Poiché nella maggior
parte dei casi i pavimenti della caverna non possono essere visti, solo le
profondità minime possono essere calcolate. Le loro profondità sono comprese tra
-73 m. e -96 m. sotto la superficie.
Tuttavia, in un'immagine di Dena fotografata da Odyssey, un pavimento è stato
fotografato. E stata così calcolata la profondità della caverna che deve essere di
-130 m.
Nel caso fossero dei tunnel di lava, si dovrà stabilire se proseguono
lateralmente ai fori scoperti, magari per km. come avviene sulla Terra!
AGGIORNAMENTO DEL 3 GIUGNO 2007:
SCOPERTA UN'ALTRA CAVITA'
L'immagine PSP_003647_1745 mostra una nuova cavità scoperta
su Marte sempre sui fianchi di Arsia Mons. L'immagine è stata ripresa dalla macchina fotografica ad alta
risoluzione
(HiRISE) a bordo della
nave spaziale Orbiter Reconnaissance su Marte il 07-05-2007.
Da notare a proposito del fondo nero della cavità,
l'elaborazione a destra, fatta dal curatore della presente pagina web dove si
evidenzia in realtà l'esistenza di un certo chiarore all'interno dell'apertura.
La posizione del chiarore coincide con la direzione dell'illuminazione solare
rispetto al resto dell'immagine. Questo probabilmente è dovuto al riflesso della
zona illuminata all'interno del foro e non visibile direttamente. Grazie alla
diffusione dovuta alla presenza atmosferica, probabilmente, si evidenzia una
certa luminosità all'interno della caverna, esattamente come dovrebbe essere se
la conformazione fosse, come fino ad ora ipotizzato, a "lucernario".
Notare inoltre il bordo netto dovuto al crollo della volta che termina di colpo
senza sfumature, come invece dovrebbe essere se fosse un cratere con pareti
digradanti. Su Marte infatti la diffusione atmosferica ha sempre permesso la
ripresa di zone non illuminate direttamente dal Sole, cosa che invece risulta
impossibile ad esempio per il nostro satellite naturale privo di atmosfera.
L'immagine completa è centrata a -5.5 gradi di latitudine e 241.4 gradi di
longitudine orientale. La distanza dal luogo dell'obiettivo era di 252.5
chilometri. A questa distanza la scala dell'immagine è 25.3 cm/pixel, in modo che
gli oggetti di circa 76 centimetri risultano risolti. L'immagine è stata presa al
tempo locale di Marte alle ore 15:27 e la scena è illuminata da ovest con un
angolo solare di incidenza sul suolo di 52 gradi, ma il sole era a circa 38
gradi sopra l'orizzonte, il foro risulta cosi inclinato sul versante della
montagna di circa 14 gradi.