Inquinamento luminoso
a cura di Michele Martellini
La sempre maggior diffusione degli impianti di illuminazione pubblica ha ormai da diversi decenni dato origine a quel fenomeno di costante degrado della qualità del cielo notturno che ne rende sempre più difficile l’osservazione e prende il nome di inquinamento luminoso. Non sono poche ormai le città dove le stelle sono state quasi completamente cancellate e in molte aree anche periferiche e di campagna è raro riuscire a percepire la Via Lattea. Solo piccole e sempre più ristrette "oasi" resistono a questo degrado ma si tratta oramai di zone montane o alcune piccole isole.
Nel nostro Paese sono poche le aree che possono ancora considerarsi immuni dall’inquinamento luminoso anche in considerazione del fatto che i negativi effetti di un’area ad alta densità di luci diffuse verso l’alto incidono profondamente anche a distanze dell’ordine delle decine e addirittura centinaia di chilometri.A fianco immagine della mappa dei livelli di inquinamento con collegamento alla googlemaps inquinamento luminoso.
(con possibilità di visualizzare i livelli nei vari anni)Anche il resto dell’Europa si trova in questa pessima situazione.
Il problema deriva non già in valore assoluto dall’utilizzo di fonti di illuminazione, ovviamente indispensabili per il nostro vivere quotidiano, bensì dall’enorme percentuale di questa luce che, anziché riversarsi al suolo viene direttamente proiettata verso l’alto costituendo oltre che la fonte primaria dell’inquinamento luminoso anche una fonte di inutile consumo energetico quantificabile solo nel nostro Paese in decine di milioni di euro/anno.
Da molti anni vi sono associazioni nel mondo e nel nostro Paese che cercano di creare pressioni sui governi perché vengano emanate norme che regolamentino e razionalizzino l’uso dell’energia destinata all’illuminazione al fine di conseguire un risparmio e per arginare il fenomeno dell’inquinamento luminoso.
Questa immagine rielaborata da un originale, Fonte NOAA-NGDC, mostra l'evoluzione dell'inquinamento luminoso in Toscana dal 1992-'93 al 2000
ripresa da satellite.
I diversi colori evidenziano i cambiamenti verificatisi (vedi legenda in basso).Celeste Assenza di luci. Grigio Presenza di luci deboli - minime variazioni tra i due rilevamenti. Giallo Nuove luci nel 2000 non presenti prima. Rosso Luci già presenti nel '92-'93 ma molto più intense. Nero Luci sature ed intense in entrambe i rilevamenti. Blu Calo di luminosità dal '92-'93 al 2000. A Tucson, in Arizona sono già tantissimi anni che sono stati presi provvedimenti molto restrittivi a salvaguardia della qualità del cielo notturno con piena soddisfazione di tutti: astronomi, astrofili e cittadini.
In Italia da qualche anno il movimento di opinione che si è poco a poco formato ha portato all’emanazione in alcune regioni (Veneto, Toscana, Lazio) di Leggi Regionali volte a creare una prima regolamentazione della materia e alcuni Consigli Comunali hanno adottato autonomamente regolamenti sempre in quella direzione.
Questo in attesa di una Legge nazionale, giacente in Parlamento da tempo.
Nel 2000 anche la Regione Toscana si è dotata di una propria Legge e col tempo, Giunta e Consiglio Regionale stanno assolvendo a quelle incombenze previste dalla Legge stessa che sarà a regime solo al termine di questi passi intermedi.
Un’ampia ed articolata informazione sul problema dell’inquinamento luminoso potrà essere ottenuta visitando i siti riportati nella lista degli indirizzi web relativi alla materia.
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aggiornamento 20-12-2021