Meteore contro la sonda Mariner 4
– Mistero risolto?
A cura di
Michele Martellini
Fonte:
N.A.S.A
Il 14 luglio 1965 la sonda Mariner 4 ebbe
il suo passaggio ravvicinato al Pianeta Marte. Fu un momento altamente
drammatico. Altre sei sonde avevano già tentato di raggiungere Marte e avevano
fallito, la maggior parte già malfunzionanti al momento di lasciare la terra.
Dal giorno in cui H.G. Wells scrisse “La Guerra dei Mondi” nel 1898, la gente è
sempre stata attenta al discorso relativo alla vita su Marte ed era pronta a
vedere canali e città. Ma l’attesa stava facendosi tormentosa.
Con molta precisione, Mariner 4 sorvolò la
superficie del pianeta rosso a meno di 10.000 Km e riprese 22 immagini. Marte
era ricoperto di deserti sabbiosi e antichi crateri. Nessuna città, nessun
canale, nessun marziano. Nessuno avrebbe più guardato al pianeta rosso allo
stesso modo di prima.
Molti racconti della missione Mariner 4
terminano qui con Mariner 4 che sfiora Marte, “la prima sonda ad avere visitato
il pianeta rosso” gettando acqua fredda su un gran numero di buone storie di
fantascienza. Ma c’è di più nella storia. Dopo il flyby, accadde qualcosa di
strano al Mariner 4, un qualcosa divenuto un mistero per 40 anni.
Ben oltre il giorno del sorvolo, il 15
settembre 1967, Mariner 4 stava viaggiando nel buio vuoto interplanetario tra
la Terra e Marte col carburante che stava esaurendosi, quando una tempesta
meteorica lo investì.
“Per 45 minuti la sonda sperimentò una
tempesta meteorica più intensa di ogni tempesta meteorica delle Leonidi che si
sia mai vista dalla Terra”, secondo Bill Cooke, il capo dell’ufficio meteoroidi
della NASA in Huntsville, Alabama. Gli impatti strapparono via frammenti di
materiale isolante e temporaneamente cambiarono l’orientamento nello spazio
della sonda. “Fu una sorpresa inaspettata”
Pensiamoci un momento. Fuori, nello spazio
vuoto tra la Terra e Marte, una regione di spazio dove gli astronauti andranno a
viaggiare secondo la Visione dell’Esplorazione Spaziale della NASA, viene
percorso da una corrente di meteoroidi capaci di produrre uno sciame più intenso
di qualunque altro abbiamo mai visto in secoli di osservazione del cielo dalla
Terra. “Finché Mariner 4 non ci finì dentro”, dice Cooke, “non avevamo idea che
ci fosse”.
Per almeno 40 anni, la sorgente dello
sciame rimase un mistero. Ma adesso, l’esperto di meteore Paul Weigert
dell’Università del Western Ontario, potrebbe avere risolto il mistero. Il
colpevole, ritiene, è la “cometa oscura” D/1895Q1 (Swift) o, brevemente,
D/Swift.
“La cometa D/Swift fu osservata la prima
volta nell’agosto del 1895 dal prolifico cacciatore di comete Lewis A. Swift”
dice Weigert. Swift fu scopritore o co-scopritore di più di una dozzina di
comete inclusa la 109P/Swift-Tuttle, la fonte del ben conosciuto sciame
meteorico delle Perseidi. Diversamente da altre comete da lui scoperte, la “D/Swift”
rapidamente svanì. La cometa fu osservata l’ultima volta nel febbraio 1896
portandosi fuori dalla parte interna del Sistema Solare e non è stata più
rivista sebbene la sua orbita ci dica che essa dovrebbe tornare a farsi vedere
ogni 5 anni o comunque un tempo vicino a questo valore.
E’ da notare che il prefisso D/ indica una
cometa perduta o rottasi o una ben osservata una o più volte ma che poi ha
mancato di riapparire alle epoche prefissate.
Che cosa accadde alla D/Swift?. “La cometa
può essersi disintegrata” dice Weigert. Le comete sono notoriamente fragili e
talvolta è sufficiente poca radiazione solare perché si rompano.
La cometa D/Swift probabilmente si
surriscaldò quando passò vicino al Sole nel 1895 e successivamente andò in
pezzi.
D/Swift fu lungamente dimenticata finché lo
scorso anno Bill Cooke fece una ricerca se qualche vecchia cometa col prefisso
D/ potesse essere la responsabile dell’episodio occorso a Mariner 4. Le comete,
specialmente le comete distrutte, lasciano scie di detriti lungo la loro orbita
intorno al Sole. Se Mariner 4 fosse passato in una di queste scie sarebbe stata
“sabbiata”.
Cooke chiese a Weigert, amico e collega, di
fare un controllo in merito. Weigert cominciò a esaminare dati di vecchie comete
e…voilà: “Mariner 4 era vicino all’orbita della cometa D/Swift al momento
dell’incontro con le meteore”.
Sorprendentemente, Mariner 4 non era
solamente vicino all’orbita di quella cometa, potrebbe essere stata vicino alla
cometa stessa. “Secondo i nostri calcoli, il nucleo della D/Swift era solo a 20
milioni di chilometri dalla sonda”. Una distanza che in relazione alle distanze
del Sistema Solare, è piccola. Lo spazio è così grande che le probabilità di
incrociare una cometa senza che lo si voglia sono quasi nulle ma questo è ciò
che sembra invece accaduto a Mariner 4.
Le telecamere della Mariner 4 all’epoca non
erano attive e i telescopi a terra non rivelarono niente. Ma questo non deve
sorprendere: un vecchio nucleo cometario non necessariamente deve essere
brillante!
Caso chiuso allora?
Weigert è ancora cauto perché a complicare
le cose c’è il fatto che la D/Swift è stata osservata per un breve periodo a
cavallo degli anni 1895-1896, la sua orbita non è conosciuta con estrema
precisione e di conseguenza le estrapolazioni compiute potrebbero contenere
qualche errore. I passi che vengono compiuti attualmente sono quelli di
rintracciare quante più osservazioni possibili compiute nel 19° secolo e di
rianalizzarle. Presto, è la speranza degli scienziati, ci saranno dati a
sufficienza per confermare o smentire il coinvolgimento della D/Swift
nell’evento verificatosi a Mariner 4.
Queste investigazioni potrebbero portare
alla conoscenza di altri vecchi sciami meteorici che solcano lo spazio tra Marte
e la Terra e di conseguenza la possibilità di prevedere prossime tempeste
meteoriche che non sarebbero più una sorpresa.