La sempre maggior diffusione degli impianti di
illuminazione pubblica ha ormai da diversi decenni dato origine a quel fenomeno
di costante degrado della qualità del cielo notturno che ne rende sempre più
difficile l’osservazione e prende il nome di inquinamento luminoso. Non sono
poche ormai le città dove le stelle sono state quasi completamente cancellate e
in molte aree anche periferiche e di campagna è raro riuscire a percepire la
Via Lattea. Solo piccole e sempre più ristrette "oasi" resistono a
questo degrado ma si tratta oramai di zone montane o alcune piccole isole.
Nel
nostro Paese sono poche le aree che possono ancora considerarsi immuni dall’inquinamento
luminoso anche in considerazione del fatto che i negativi effetti di un’area
ad alta densità di luci diffuse verso l’alto incidono profondamente anche a
distanze dell’ordine delle decine e addirittura centinaia di chilometri.
A fianco immagine
della mappa dei livelli di inquinamento
con collegamento alla googlemaps inquinamento
luminoso.
(con possibilità di visualizzare i livelli nei vari anni)
Anche
il resto dell’Europa si trova in questa pessima situazione.
Il problema deriva
non già in valore assoluto dall’utilizzo di fonti di illuminazione,
ovviamente indispensabili per il nostro vivere quotidiano, bensì dall’enorme
percentuale di questa luce che, anziché riversarsi al suolo viene direttamente
proiettata verso l’alto costituendo oltre che la fonte primaria dell’inquinamento
luminoso anche una fonte di inutile consumo energetico quantificabile solo nel
nostro Paese in decine di milioni di euro/anno.
Da molti anni vi sono associazioni nel mondo e
nel nostro Paese che cercano di creare pressioni sui governi perché vengano
emanate norme che regolamentino e razionalizzino l’uso dell’energia
destinata all’illuminazione al fine di conseguire un risparmio e per arginare
il fenomeno dell’inquinamento luminoso.
Questa immagine rielaborata da un originale,
Fonte NOAA-NGDC,
mostra l'evoluzione dell'inquinamento luminoso in Toscana dal
1992-'93 al 2000
ripresa da satellite.
I diversi colori evidenziano i cambiamenti verificatisi (vedi legenda in
basso). |
 |
Celeste |
Assenza di luci. |
Grigio |
Presenza di luci deboli - minime variazioni tra i due rilevamenti. |
Giallo |
Nuove luci nel 2000 non presenti prima. |
Rosso |
Luci già presenti nel '92-'93 ma molto più intense. |
Nero |
Luci sature ed intense in entrambe i rilevamenti. |
Blu |
Calo di luminosità dal '92-'93 al 2000. |
A Tucson, in Arizona sono già
tantissimi anni che sono stati presi provvedimenti molto restrittivi a
salvaguardia della qualità del cielo notturno con piena soddisfazione di tutti:
astronomi, astrofili e cittadini.
In Italia da qualche anno il movimento di
opinione che si è poco a poco formato ha portato all’emanazione in alcune
regioni (Veneto, Toscana, Lazio) di Leggi Regionali volte a creare una prima
regolamentazione della materia e alcuni Consigli Comunali hanno adottato
autonomamente regolamenti sempre in quella direzione.
Questo in attesa di una
Legge nazionale, giacente in Parlamento da tempo.
Nel 2000 anche la Regione
Toscana si è dotata di una propria Legge e col tempo, Giunta e Consiglio
Regionale stanno assolvendo a quelle incombenze previste dalla Legge stessa che
sarà a regime solo al termine di questi passi intermedi.
Un’ampia ed
articolata informazione sul problema dell’inquinamento luminoso
potrà essere
ottenuta visitando i
siti riportati nella lista degli indirizzi web relativi
alla materia.